Arriva Kibo, una nuova app per chat a prova di “spioni”

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KiboInviare messaggi, foto, video con Whatsapp è ormai una delle attività più comuni con lo smartphone, ulteriormente stimolata dalla possibilità, da qualche tempo, di usare anche le interfacce via web per comunicare. Il problema è che spesso il contenuto di queste conversazioni è privato, e basta perdere il cellulare – o semplicemente che qualcuno ci prenda il dispositivo per guardare qualche foto, e cominci a curiosare – perché si possa dire addio alla privacy.

Per questo, parallelamente a Whatsapp, sono sorte molte applicazioni per smartphone che consentono maggiore riservatezza per chi conversa: anche Telegram, la grande rivale, garantisce più privacy criptando i messaggi in modo più sicuro e prevedendo anche l’utilizzo di codici e password per accedere all’applicazione.

Per chi è in cerca di una sicurezza ancora maggiore da qualche giorno è disponibile Kibo, creata dagli sviluppatori Vitaly Halenchik e Kiril Davydo. La grande novità è che non si tratta di una (ennesima) nuova applicazione, che ci costringerebbe a invitare nuovamente tutti i nostri contatti e – è inevitabile in casi di questo tipo – a perderne non pochi perché non intenzionati a effettuare il passaggio, costringendoci così a usare più applicazioni a seconda del destinatario.

Kibo è infatti un’ingegnosa tastiera software da installare sullo smartphone e che può essere usata con qualsiasi applicazione preesistente, che aggiunge un tasto vicino alla barra spaziatrice da usare per criptare il messaggio che si sta per inviare. A questo punto Kibo sostituirà quanto scritto con un messaggio apparentemente innocuo (“Che cosa intendi?”, “Non ho capito” e via di questo genere).

Come spiegano gli stessi creatori dell’app, «il messaggio nascosto non viene mostrato né nella conversazione né nell’anteprima del sulla schermata di blocco. Per mantenere ancora più privacy, è possibile impostare un codice per accedere ai messaggi privati».

Se chi riceve il messaggio non ha Kibo, non noterà nulla di strano. Altrimenti gli verrà segnalato che è un messaggio criptato; basterà fare tap sul messaggio e copiarlo, inserire l’eventuale passcode e scoprire così quello che c’è scritto. Naturalmente c’è anche un pulsante per invitare chi non ha ancora installato Kibo a farlo, in modo da diffondere il più rapidamente possibile questo nuovo modo di comunicare.

Kibo, in altre parole, può nascondere ogni singolo messaggio dietro un codice noto solo all’utente, e potrebbe essere la soluzione giusta quando dobbiamo inviare dati sensibili e non siamo sicuri di chi possa leggerli: ad esempio il PIN della carta di credito, una password, informazioni riservate e così via.

Per ora l’applicazione è disponibile solo in inglese, il che rende un po’ più “sospetto” il tuo utilizzo: i messaggi vengono inviati lo stesso, ma la versione “criptata” per chi non ha Kibo è in inglese, e quindi si vedrà comparire sullo schermo messaggi come “What do you mean?” o “It’s all Greek to me”. Niente paura, perché gli sviluppatori hanno assicurato che in breve arriverà anche la versione italiana del programma, oltre ad aver sottolineato che tutti i testi segreti vengono conservati all’interno del loro server in forma anonima ed è impossibile ricondurli ai loro creatori. Più di così, per un servizio che usa la messaggistica via Internet, probabilmente al momento non è possibile fare.

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