3D: la nascita dell’olografia

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Step up, L’era glaciale, Cars, Titanic, Il re Leone, Saw, Winxs Club. Si potrebbe continuare cine in una lista della spesa a nominare tutti i film che su grande schermo sono stati proiettati attraverso la rappresentazione detta olografia 3D. Questo spettacolo visivo raffigura uno strumento di comunicazione audio-visiva innovativo che attira notevolmente l’attenzione della gente. La pratica di visualizzare in uno spazio degli oggetti, delle persone o dei processi in forme tridimensionali grazie a un sistema ottico, a sistemi di visualizzazione computerizzati, a sofware speciali sta riscuotendo grande successo nelle sale cinematografiche.

La prima volta che il mondo conobbe l’ologramma fu grazie alla mente geniale di Dénes Gábor, ingegnere elettronico ungherese che nel neanche troppo lontano 1971 vide premiata la sua invenzione con il pieno Nobel.

Come succede per molte scoperte scientifiche, anche quella dell’ologramma è avvenuta in circostanze fortuite. Un giorno Gábor era chiuso nel suo studio a lavorare sul “potenziamento della scomposizione del microscopio elettronico”, quando per caso scoprì la possibilità teorica della visione totale (ologramma).

La teoria di Gábor trovò riscontro nella pratica solo nel 1961, anno che coincide con la scoperta del laser.

La visione totale, nell’era della comunicazione globale, rappresenta la nuova frontiera del “comunicare visivamente”; osservare un oggetto o una persona e riuscire a provare la sensazione di poterla quasi toccare rende più emozionante l’osservazione stessa. Per comprendere meglio basta un semplice esempio: un cartone animato in 3D visto dagli occhi di un bambino. Lo stare seduto sulla poltrona del cinema, con gli appositi occhialini e la possibilità di vivere in totale immersione la storia del Re Leone quasi da sentirsene un protagonista, crea nel bambino un senso di entusiasmo e di importanza. Lo stesso vale per l’adulto che guardando Guerre stellari in versione 3D si sente un eroe.

Nel 2013 la tecnologia olografica si è fatta largo intorno a sé spazzando via tutti gli ostacoli tanto da arrivare ad avere la possibilità di entrare nelle case della gente con l’invenzione del virtual mirror, cioè uno specchio digitale che permette a una persona di avere un’immagine di sé a 360°.

Chissà dove ci porterà l’evoluzione e il perfezionamento di questa tecnica?! Intanto la curiosità dell’essere umano lascia le porte aperte!


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