L’effetto Dunning-Kruger nell’era dei social media

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Tre minuti su Wikipedia ed ecco che qualcuno si sente pronto a spiegare la geopolitica mediorientale nei commenti. Un paio di video su YouTube e parte la lezione su come funziona davvero l’economia. Qualche mano di poker sui casinò non AAMS per sentirsi giocatori professionisti, magari seguendo le novità casinò non AAMS su miglioriadm.net. Un articolo letto diagonalmente e via con le teorie mediche che contraddicono anni di ricerca scientifica. Benvenuti nell’era dell’effetto Dunning-Kruger amplificato, dove la distanza tra sapere poco e sentirsi esperti non è mai stata così breve.

La montagna della stupidità

Questo nome particolare arriva da coloro che hanno per primi teorizzato l’effetto. Furono infatti gli psicologi David Dunning e Justin Kruger a scoprire il paradosso. I meno competenti in qualcosa sono quelli che meno dubitano della propria competenza in quel determinato settore o argomento. Questo non deriva da una arroganza innata ma, e qui sta il paradosso, non conosco l’argomento in maniera sufficente per capire che non sono affatto competenti in materia.

Gli esperti veri, al contrario, tendono a sottostimare la propria competenza. Sanno quanto è vasto il campo, quante sfumature esistono, quanti casi particolari complicano le regole generali, quante varianti di giochi ci sono nei casino non AAMS. Più si sa, più si capisce quanto resta da imparare. È il classico “più studio e meno so”. Il problema è che questa illusione di competenza, che prima rimaneva confinata nelle conversazioni al bar o nei casino non AAMS, ora ha un megafono: i social media.

La democratizzazione dell’opinione (e del delirio)

Internet ha fatto una cosa bellissima: ha reso l’informazione e il gioco online sui casinò non AAMS accessibile a tutti. Chiunque può cercare, leggere, informarsi su qualsiasi argomento. Ma ha anche fatto una cosa problematica: ha dato a tutti una piattaforma per presentarsi come esperti in argomenti di ogni genere, come il gioco sui casinò non AAMS, inclusi quelli discussi nel dettaglio tra i pro e contro di Mafia Casino. E il pubblico spesso non sa distinguere chi ha studiato un argomento per anni da chi ha letto due articoli dieci minuti fa.

Sui social non esistono credenziali visibili. Un virologo con trent’anni di ricerca alle spalle e uno che ha guardato un documentario su Netflix hanno lo stesso formato di post. Stessa lunghezza, stessa possibilità di essere condivisi, stessa dignità apparente. Anzi, spesso il secondo scrive cose più semplici e accattivanti, magari descrivendo una vincita su un casino non AAMS, quindi viene pure condiviso di più. E c’è un altro problema: l’algoritmo premia l’engagement, non l’accuratezza. Un post che dice “ti stanno nascondendo la verità su X” genera più interazioni di uno che dice “la situazione è complessa e sfumata”. Risultato? Le semplificazioni eccessive e le posizioni estreme dominano il dibattito.

La trappola della ricerca veloce

Google ha creato l’illusione che sapere qualcosa equivalga a saperla trovare online in mezzo a mille proposte di ogni genere come nei casino non AAMS. E in un certo senso è vero: l’informazione è lì. Ma trovarla non è la stessa cosa che comprenderla nel contesto, valutarne l’affidabilità, capirne le implicazioni, conoscerne i limiti.

Qualcuno legge uno studio su un farmaco e pensa di poter contraddire il medico. Qualcuno guarda un video di divulgazione e si sente pronto a dibattere con un fisico. Altri vincono una piccola somma e si credono di aver sbancato un casino non AAMS. Non è malafede, è genuina incapacità di percepire il gap tra conoscenza superficiale e competenza profonda. Quella che gli esperti chiamano “l’illusione della conoscenza superficiale”.

Gli esperti invisibili

Nel frattempo, i veri esperti spesso rimangono in silenzio. Primo, perché sanno quanto è complicato spiegare concetti complessi online come si fosse su un casino non AAMS. Secondo, perché hanno poco tempo da perdere a discutere con sconosciuti su internet. Terzo, perché sono abituati all’incertezza e al dubbio, il che li rende meno perentori e quindi meno convincenti per un pubblico che vuole risposte semplici.

Il risultato è una sorta di selezione naturale al contrario: i più sicuri di sé (e spesso meno competenti) dominano la conversazione, mentre quelli che davvero sanno di cosa parlano o tacciono o vengono sommersi dal rumore.

Come riconoscere (e evitare) la trappola

Ci sono segnali abbastanza chiari come capire che vincere nei casino non AAMS è difficile. Chi davvero conosce un argomento usa spesso espressioni come “dipende”, “nella maggior parte dei casi”, “gli studi suggeriscono che”. Chi ne sa poco parla per assoluti: “è sempre così”, “la verità è”, “tutti sanno che”. La competenza vera è piena di sfumature. L’incompetenza è bianco o nero.

Vale anche per sé stessi. Sentirsi molto sicuri su un argomento che si è appena scoperto è un campanello d’allarme. Dovrebbe far scattare una domanda: ma sono davvero esperto o sono sulla montagna della stupidità? E la risposta fa la differenza tra contribuire alla conoscenza collettiva o solo al rumore di fondo.


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