Perché i social media hanno avuto così tanto successo?

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La nostra vita quotidiana, da quasi un decennio, è immersa dentro i social media, talmente tanto che siamo diventati dipendenti da essi. 

Le statistiche, impietosamente, mettono in luce questa dipendenza, infatti, ognuno di noi controlla in media 110 volte al giorno il proprio smartphone. 

Ma, la nostra, non è un’attività passiva, di ricezione e basta: in tutto il mondo si caricano circa 72 ore di video su YouTube in ogni singolo minuto. 

Vengono inviate 204 milioni di email spedite in media ogni minuto e infine su Facebook pubblichiamo qualcosa come 41mila post ogni secondo.

Ogni giorno, da 10 anni a questa parte, ognuno di noi trascorre dai 60 a 180 minuti sui vari social. Quasi il 13% della propria esistenza.

Che sono i social media?

Possiamo definire i “Social media” quei mezzi di comunicazione web based che rendono possibile la creazione, la condivisione e lo scambio di contenuti con altri utenti.

Da semplici piattaforme online sono diventate delle vere e proprie comunità che al loro interno ospitano altre comunità più piccole.

Si differenziano dai media tradizionali perché sono orizzontali, cioè tutti i soggetti sono al medesimo livello. Mentre nei media tradizionali esistono differenti gerarchie.

In uno qualunque delle centinaia di social media presenti online troveremo utenti, vips, aziende e organizzazioni allo stesso livello.

Insomma si è passati da una comunicazione di tipo “one to many” ad una comunicazione multidirezionale del tipo “many to many” o “peer to peer”. 

Il monologo è diventato un “dialogo” tra utenti, media e aziende. Per stare al passo con questa rivoluzione, molte aziende hanno inserito nel proprio organico un interno o consulente di social media marketing.

Perché i social hanno avuto tanto successo

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Le neuroscienze ci spiegano come si è creata questa dipendenza da social media, tanto da definirla dipendenza comportamentale.

Oggi noi siamo dipendenti dai like, dai commenti e dalle condivisioni che i nostri post registrano. Ciò avviene perché i social intervengono nelle nostre emozioni, interagendo sull’Amigdala e su alcuni neurotrasmettitori come la dopamina.

Quest’ultima è un ormone endogeno prodotto a livello encefalico, anche noto come molecola dell’amore.

Anche la semplice azione di prendere in mano lo smartphone e verificare le notifiche, attiva le dopamine.

Social media tra vanity metrics e vendite reali

Ecco quindi spiegata come si è creata questa dipendenza. Però gli esperti di social media conosco bene la differenza tra statistiche inutili e vendite reali, per questo oggi si diffida da quelle che vengono definite vanity metrics, e cioè:

  • numero dei followers,
  • numero dei like sotto i vari post,
  • numero dei collegamenti su linkedin,
  • quantità di post che si pubblica ogni giorno.

A tutte queste statistiche viene preferita la qualità. Insomma è inutile avere 100 k di follower finti se poi nessuno interagisce con i tuoi post e chiede informazioni sui tuoi prodotti e servizi.

Per questo è importante, prima di iniziare a pubblicare, capire come diventare rilevanti e autorevoli nel proprio settore con contenuti utili per i tuoi clienti.

Il futuro che ci attende

Il futuro è sempre incerto. Oggi i social network dominano la scena del mondo digitale, ma domani?

I social media non sono nati insieme ad internet, anzi, sono una sua parentesi molto recente (ultimi 10 anni) e probabilmente non ci saranno più in futuro, magari inglobati dentro al metaverso.

Infatti la realtà virtuale, che si muove dietro il metaverso, molto probabilmente andrà a riscrivere gli standard di socializzazione che hanno dato lustro e contribuito al successo dei social network.


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